Parlando con i parroci italiani, è difficile capire come mai le chiese siano sempre più vuote. Spesso vi risponderanno con un sorriso e allargheranno le braccia perché, nonostante tutto il loro impegno, non riescono a reinstillare la fede negli abitanti delle loro diocesi.
Nei piccoli paesi, la popolazione è sempre più anziana e così anche i credenti iniziano ad abbandonare le messe per problemi di salute o perché non più abilitati a guidare.
Quali sono i motivi della perdta della fede?
Sono molti i motivi che stanno allontanando le persone dalla religione e dall’andare in chiesa, uno di questi è anche il design di quelle costruiti di recente, opprimenti, fredde e grigie con il loro cemento armato, che sicuramente non aiuta a migliorare il proprio collegamento con il Signore.
Alla domanda “perché hai abbandonato la religione?”, la maggior parte delle persone parla di un allontanamento lento, avvenuto per gradi e non di un particolare avvenimento o ragione precisa. Una delle motivazioni date spesso (non solo dagli italiani ma anche da altre nazionalità come spagnola, australiana, statunitense… è quella dei tanti scandali legati ad abusi su minori, scoppiati negli ultimi anni che, ormai sulla bocca di tutti, hanno sicuramente contribuito a far perdere credibilità all’istituzione della Chiesa.
Le statistiche fornite dall’Istat
Analizzando gli ultimi dati Istat è chiaro che l’abbandono dei luoghi di culto sia un fenomeno in continua crescita che non accenna a rallentare. Nel 2007 erano il 33,43% degli italiani andava in chiesa almeno una volta a settimana (quindi 1 persona su 3) mentre oggi questo numero è sceso al di sotto del 27,5%, record storico negativo.
Questi dati si scostano dalle aspettative nate dall’elezione di Papa Francesco, popolarissimo anche fra i più giovani per la sua immagine e idea di una chiesa cattolica più aperta e moderna.
Anche se calano le presenza a messa la domenica, rimane uguale da anni il numero di italiani che si definisce cattolico non praticante. Quindi non si va a messa ma la fede rimane invariata.
Sotto il ponteficato di Benedetto XVI la presenza nei luoghi di culto si era mantenuta sopra il 30% nonostante la bassa popolarità del pontefice tedesco. I dati Istat mostrano anche come sia in aumento il gruppo delle persone che non entrano mai in chiesa, che passano dal 18,2% del 2007 al 22,7% dei giorni nostri.
Non sarà i certo una sorpresa il fatto che il calo maggiore delle presenza si verifichi nel segmento dei giovani. Nell’intervallo di età che va dai 18 ai 24 anni, il numero di cattolici praticanti è calato di oltre il 30% negli ultimi anni; per la fascia di età dai 25 ai 29 anni il calo è stato del 20%. L’unico intevallo di età con trend positivo è quello tra i 55 e i 59 anni che vede aumentare i fedeli di oltre il 30%.
Rimane invariato il fatto che le persone che si recano in chiesa siano per la maggior parte anziani. Oltre il 40% della popolazione italiana sopra i 60 anni si reca in un luogo di culto ogni domenica.
Al di fuori dell’Italia le cose vanno ancora peggio e molti luoghi di culto sono addirittura stati trasformati in fast food, negozi e biblioteche per salvarli dall’abbandono e dal disuso.
Nel mondo, la capitale del cristianesimo adesso è il Brasile, nazione nella quale il numero di praticanti supera i 180 milioni e non sembra destinato a diminuire vista anche la situazione politica del momento.
Riusciranno Papa Francesco e la Chiesa Cattolica a invertire questo trend mondiale nei prossimi anni o la perdita di fede è un processo inevitabile e legata all’evoluzione dell’uomo e l’inevitabilel progresso tecnologico?